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        IL PRISMA  6     
          
			.. l’originalità e l’autonomia di chi pensa ad un problema con la 
			mente
           
          
          
          sgombra da preconcetti e schemi rigidi... 
    
          
    ... cercare di vedere, di volta in volta prendendo 
    spunto dall’attualità, almeno un altro lato – oltre a quello più visibile – 
    di un immaginario  
          
    prisma 
          
          che 
    può servire a rappresentare, simbolicamente, situazioni, temi, concetti, 
    frequentemente presenti nei nostri discorsi, sui giornali, nelle 
    televisioni... 
      
      
      
      
        
					Il 
					teatrante problematico     
					Ho 
					frequentato, per lungo tempo, e in diverse epoche, 
					l'ambiente teatrale. E spesso sento ripetere qualcosa che, a 
					parer mio, è soltanto un pregiudizio: che chiunque scelga di 
					fare teatro, ha qualche "problema". Naturalmente per 
					problema si intende un problema psicologico. Mi 
					piacerebbe tra l’altro sapere come e da chi è nata questa 
					diffusa convinzione. Posso solo ipotizzare che dipenda dal 
					fatto che a teatro tutto di una personalità viene fuori 
					molto più facilmente. 
					Parlo 
					del fare teatro, riferendomi 
					alla mia esperienza in questo campo, ma credo che il 
					discorso sia altrettanto valido per altri settori dello 
					spettacolo e dell’arte in genere. Si dice che gli attori 
					siano tutti degli esibizionisti, degli egocentrici, dei
					“narcisi”. 
					
					Indubbiamente esistono attori esibizionisti, egocentrici e 
					narcisi, ma quanti avvocati, chirurghi, politici, persino 
					uomini di chiesa, lo sono almeno altrettanto, se non di più? 
					Gli 
					attori fanno i capricci? Certo, alcuni fanno i capricci. Ma 
					sicuramente conoscete qualcuno, come ne conosco io, un 
					parente, un amico, un vicino di casa, che fa più capricci di 
					una diva hollywoodiana. 
					Gli 
					attori sono vanitosi? E allora i milioni di persone che 
					spendono patrimoni in cosmetici, abiti, istituti di 
					bellezza, palestre, massaggi, interventi di chirurgia 
					plastica, sono tutti attori? 
					Come 
					spesso accade, credo che anche in questo argomento, siano le 
					motivazioni a fare la differenza. E’ senz’altro possibile 
					che chi ha un problema, che sia la semplice
					timidezza, o il terribile vero
					narcisismo (quello patologico), 
					può scegliere di fare teatro nell’illusione di risolvere il 
					proprio disagio o la propria sofferenza, ma la tendenza alle 
					scorciatoie è tipica dell’essere umano: dal bambino che 
					copia il compito, all’adulto che accetta una 
					raccomandazione, al politicante che preferisce comprare gli 
					elettori, anziché convincerli. 
					Io sono 
					persuasa che esistono soggetti con problemi personali 
					irrisolti in tutti i settori, in tutte le fasce di età, e 
					con una grandissima varietà di manifestazioni e di scelta di 
					soluzioni. Fare teatro è una delle tante, per alcuni dei 
					tanti individui con problemi. 
					Non 
					posso d’altronde fare a meno di pensare a persone come Lina 
					Volonghi, Ernesto Calindri, Ave Ninchi, Tino Buazzelli, alla 
					grande coppia Morelli-Stoppa, e per non parlare solo di 
					trapassati, all’ancora attiva coppia Lojodice-Tieri (dei più 
					giovani ancora non si può dire: vedremo), ed ai tanti altri 
					seri professionisti del teatro che, nel corso di un’intera 
					vita, hanno dimostrato equilibrio,
					buon senso,
					saggezza, e piena…
					sanità mentale. 
					Molti di 
					loro sono stati, e sono, persone assolutamente schive, 
					modeste, tranquille, senza grilli per la testa, e che sono 
					vissute, e vivono, senza mai avvertire la necessità di 
					esibirsi in quelle follìe che alla gente di spettacolo si 
					attribuiscono genericamente e indistintamente come fossero 
					un tratto obbligatorio iscritto nel DNA. 
					Ho 
					parlato di pregiudizio: il 
					pregiudizio fa sì che si veda solo ciò che 
					conferma il pregiudizio stesso, e tutto ciò che lo 
					invaliderebbe viene ignorato o travisato. 
					Non vi 
					sembra strano che Mina e Battisti, per citare due casi nel 
					mondo della canzone, siano stati dai più ritenuti strani, 
					proprio per la loro scelta, assolutamente
					normale, di voler vivere una 
					vita normale?  
      
                  
                  
                  
                
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