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SaggiaMente  9

 

Una citazione - un verso, un proverbio, una frase celebre -

a conferma del fatto che da sempre la poesia, la letteratura, la

filosofia, la saggezza popolare hanno fornito

le basi della moderna psicologia.

 

 

 

"Il vero amico si vede nel momento del bisogno"

(Proverbio)

 

 

Se è vero che i proverbi, frutto maturo della cosiddetta saggezza popolare ci suonano generalmente logici, ovvii, lapalissiani, è anche vero che, ad esaminarli ben bene, spesso diventano altrettanto veri e ovvii ribaltandone il significato.

Vediamo il caso del proverbio nel titolo. Tutti abbiamo sperimentato, prima o poi, il sollievo di sentirci accolti ed appoggiati da un amico in momenti particolarmente brutti o critici della nostra vita. Quella speciale sensazione di condivisione e profonda empatia che dà calore e conforto, che fa sentire meno soli.

Tanti cantautori hanno dedicato bellissime canzoni al tema dell’amicizia, da Cocciante (...perché un amico se lo svegli di notte, è capitato già, esce in pigiama e prende anche le botte...), a Battisti (...forte debole compagna, che qualche volta impara e a volte insegna...), a Baldan Bembo (...ti spinge a correre, ti lascia vincere perché è un amico punto e basta...), solo per fare qualche esempio.

Ma tanto per restare nel settore “canzonette” (termine che personalmente non ritengo affatto dispregiativo o sminuente), ultimamente una canzone del giovanissimo Tiziano Ferro che racconta l'amara fine di un’amicizia, mi ha fatto ripensare ad una constatazione di cui molti hanno dovuto, loro malgrado e con fatica, prendere atto: alcune persone ti abbandonano proprio nel momento del ... successo (...ora che ho sempre tantissimo da fare, dici che non ho più tempo per parlare, ma se solo bisbigliando te lo chiedo, tu sarcastico ti tiri sempre indietro... ).

E spesso sono esattamente le stesse persone che ti sono state più o meno sollecitamente vicine quando avevi un problema.

Infatti, talvolta accade che qualcuno sia altruista e generoso, sia insomma amico,  con chi ha bisogno, ha problemi, o è in crisi, semplicemente perché questo lo fa sentire importante, migliore, superiore. In breve, egli assume il gratificante ruolo dell’ “angelo consolatore”, mentre l’altro assume la funzione di alimentare e rendere plausibile tale ruolo.

Spesso questo strano meccanismo si instaura tra persone che diventano amiche in periodi difficili per entrambe; ci si “riconosce”, e ci si aiuta a vicenda, ci si sorregge e ci si sfoga reciprocamente. Sembrano amicizie incrollabili, a prova di tutto, fatte di complicità, lealtà e fiducia. Cioè come sempre dovrebbe essere qualsiasi amicizia, direte voi. Come dovrebbe essere, appunto. Ma a volte non è così. Allora come si fa a capire?

Ci sono piccoli segnali: queste persone in genere trovano mille modi per criticare velatamente chi sta bene, o ha raggiunto dei traguardi, o è soddisfatto della propria vita; li trovano antipatici, li accusano di superficialità o insensibilità, e attribuiscono esclusivamente alla fortuna - ovviamente cieca e ingiusta - i loro successi esistenziali o professionali. Viceversa trovano simpatici, gentili, e soprattutto buoni e vittime del destino baro e crudele, tutti gli sfigati in circolazione.

Per questo motivo sono disposte ad accorrere e soccorrere un amico in difficoltà, ad essere comprensivi e solidali, a proporre fraterni consigli ed anche ad elargire aiuti concreti. Sempre pronti ad elencare i propri, di problemi, allo scopo di dimostrare che siamo tutti nella stessa valle di lacrime, che ognuno ha i suoi guai, mal comune mezzo gaudio, eccetera. Amici perfetti!

Però... Se un capriccio inatteso della sorte, o, molto più probabilmente e realisticamente, la vostra caparbia lotta per venir fuori dai vostri problemi, vi fa emergere dalla valle di lacrime e potete finalmente respirare un periodo di serenità e benessere... ecco che l’Amico Perfetto, invece di gioire per voi e con voi, improvvisamente diventa strano, inizia ad evitarvi, e quasi sicuramente sta cominciando a parlar male di voi.

In altri termini vi ha trasferiti dal “reparto sfigati” a quello dei “fortunati bastardi”. Ma non temete, se tornerete al reparto sfigati, state pur certi che l’Amico Perfetto vi riterrà nuovamente degni della sua benevolenza e tornerà a concedervi la sua preziosa amicizia.

Quindi, ribaltando il proverbio: un vero amico si vede nel momento in cui siete contenti, siete soddisfatti, in salute e felici. E tanto più siate sicuri della sincera e leale amicizia di una persona, quanto più quella persona non è particolarmente soddisfatta, in salute, o felice. Se riesce ugualmente ad esservi accanto godendo pur in modo riflesso della vostra gioia e soddisfazione, a non provare invidia, e a continuare a volervi bene... allora sì che potrete dire chi trova un amico, trova un “tesoro”.   

    (Agosto 2004)

 

 

 

 

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