SaggiaMente
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Una citazione - un
verso, un proverbio, una frase celebre -
a conferma del fatto
che da sempre la poesia, la letteratura, la
filosofia, la
saggezza popolare hanno fornito
le basi della
moderna psicologia.
"Il vero amico si vede nel
momento del bisogno"
(Proverbio)
Se è
vero che i proverbi, frutto maturo della cosiddetta
saggezza popolare
ci suonano generalmente logici, ovvii, lapalissiani,
è anche vero che, ad esaminarli ben bene, spesso diventano
altrettanto veri e ovvii ribaltandone il significato.
Vediamo
il caso del proverbio nel titolo. Tutti abbiamo
sperimentato, prima o poi, il sollievo di sentirci
accolti ed appoggiati da un amico in momenti
particolarmente brutti o critici della nostra vita. Quella
speciale sensazione di condivisione e profonda empatia che
dà calore e conforto, che fa sentire meno soli.
Tanti
cantautori hanno dedicato bellissime canzoni al tema
dell’amicizia, da Cocciante (...perché
un amico se lo svegli di notte, è capitato già, esce in
pigiama e prende anche le botte...), a Battisti (...forte
debole compagna, che qualche volta impara e a volte
insegna...), a Baldan Bembo (...ti
spinge a correre, ti lascia vincere perché è un amico punto
e basta...), solo per fare qualche
esempio.
Ma
tanto per restare nel settore “canzonette” (termine che
personalmente non ritengo affatto dispregiativo o
sminuente), ultimamente una canzone del giovanissimo Tiziano
Ferro che racconta l'amara fine di un’amicizia, mi ha fatto
ripensare ad una constatazione di cui molti hanno dovuto,
loro malgrado e con fatica, prendere atto: alcune persone ti
abbandonano proprio nel momento del ...
successo (...ora
che ho sempre tantissimo da fare, dici che non ho più tempo
per parlare, ma se solo bisbigliando te lo chiedo, tu
sarcastico ti tiri sempre indietro... ).
E
spesso sono esattamente le stesse persone che ti sono state
più o meno sollecitamente vicine quando avevi un problema.
Infatti, talvolta accade che qualcuno sia altruista e
generoso, sia insomma amico,
con chi ha bisogno, ha problemi, o è in crisi, semplicemente
perché questo lo fa sentire importante, migliore,
superiore. In breve, egli assume il gratificante
ruolo dell’ “angelo
consolatore”, mentre l’altro assume la
funzione di
alimentare e rendere plausibile tale ruolo.
Spesso
questo strano meccanismo si instaura tra persone che
diventano amiche in periodi difficili per entrambe; ci si
“riconosce”, e ci si aiuta a vicenda, ci si sorregge e ci si
sfoga reciprocamente. Sembrano amicizie incrollabili, a
prova di tutto, fatte di complicità, lealtà e fiducia. Cioè
come sempre dovrebbe essere
qualsiasi amicizia, direte voi. Come dovrebbe
essere, appunto. Ma a volte non è così. Allora come si fa a
capire?
Ci sono
piccoli segnali: queste persone in genere trovano mille modi
per criticare velatamente chi sta bene, o ha raggiunto dei
traguardi, o è soddisfatto della propria vita; li trovano
antipatici, li accusano di superficialità o insensibilità, e
attribuiscono esclusivamente alla fortuna - ovviamente cieca
e ingiusta - i loro successi esistenziali o professionali.
Viceversa trovano simpatici, gentili, e soprattutto buoni
e vittime del destino baro e crudele, tutti gli
sfigati in
circolazione.
Per
questo motivo sono disposte ad accorrere e soccorrere un
amico in difficoltà, ad essere comprensivi e solidali, a
proporre fraterni consigli ed anche ad elargire aiuti
concreti. Sempre pronti ad elencare i propri, di problemi,
allo scopo di dimostrare che siamo tutti nella stessa valle
di lacrime, che ognuno ha i suoi guai, mal comune mezzo
gaudio, eccetera. Amici perfetti!
Però...
Se un capriccio inatteso della sorte, o, molto più
probabilmente e realisticamente, la vostra caparbia lotta
per venir fuori dai vostri problemi, vi fa emergere dalla
valle di lacrime e potete finalmente respirare un periodo di
serenità e benessere... ecco che l’Amico Perfetto, invece di
gioire per voi e con voi, improvvisamente diventa strano,
inizia ad evitarvi, e quasi sicuramente sta cominciando a
parlar male di voi.
In
altri termini vi ha trasferiti dal
“reparto sfigati” a
quello dei “fortunati bastardi”.
Ma non temete, se tornerete al reparto sfigati, state pur
certi che l’Amico Perfetto vi riterrà nuovamente degni della
sua benevolenza e tornerà a concedervi la sua preziosa
amicizia.
Quindi,
ribaltando il proverbio: un vero amico
si vede nel momento in cui siete contenti, siete
soddisfatti, in salute e felici. E tanto più siate sicuri
della sincera e leale amicizia di una persona, quanto più
quella persona non è particolarmente soddisfatta, in salute,
o felice. Se riesce ugualmente ad esservi accanto godendo
pur in modo riflesso della vostra gioia e soddisfazione, a
non provare invidia, e a continuare a volervi bene... allora
sì che potrete dire chi trova un
amico, trova un “tesoro”.
(Agosto 2004)
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