SaggiaMente
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Una citazione - un
verso, un proverbio, una frase celebre -
a conferma del fatto
che da sempre la poesia, la letteratura, la
filosofia, la
saggezza popolare hanno fornito
le basi della
moderna psicologia.
"L'abito non fa il monaco"
(Proverbio)
Negli ultimi anni si parla molto dell’immagine,
al punto che è stato inventato il nuovo lavoro dell’“esperto
dell’immagine”. Ad esempio, si sa che importanti uomini
politici si servono di tali specialisti per far scegliere la
foggia ed il colore degli abiti, il tipo di pettinatura, il
modello degli occhiali, oltre naturalmente agli
atteggiamenti da assumere nelle varie circostanze, ufficiali
o private che siano; scelte operate in base a sondaggi,
ricerche e studi accuratissimi e approfonditi, allo scopo di
piacere al maggior numero di elettori possibile. Ma,
senza arrivare a questi estremi, ciascuno di noi sa che per
ogni situazione esistono una serie di regole, scritte e non
scritte che vanno rispettate, pena il non raggiungimento
dello scopo, che può anche non
essere materiale (può essere un favore o un lavoro, ma anche
l’affetto, o la stima, o la fiducia, di qualcuno). Se un
giovane ambisce ad un posto di d.j. da Gilda,
potrà anche andare con il suo ciuffo verde e il pearcing al
sopracciglio, ma certo non farà la stessa cosa se andrà ad
un colloquio di lavoro per entrare in banca. Così come
ognuno di noi sa che non si va ad un funerale vestiti in
modo sgargiante, o a San Pietro con una minigonna inguinale.
Generalmente l’immagine deve essere adeguata al
ruolo. Non è socialmente
accettato (anche se non esistono leggi che lo vietano) che
un ministro vesta in bermuda (a meno che non sia in
vacanza), che una madre di famiglia faccia la cubista
seminuda in un night, o che un giornalista si presenti al
telegiornale in tuta da ginnastica.
Parecchio tempo fa fecero un’inchiesta per sapere se i
pazienti preferiscono il medico in camice o vestito
normalmente. La ricerca stabilì che la maggior parte delle
persone preferisce il medico in camice, perché ha la
sensazione che sia più
affidabile.
L’abito non fa solo il monaco, fa molto di più. I ragazzi
del liceo, fino a qualche decennio fa, portavano giacca e
cravatta, e i professori davano loro del “lei”. Questo
apparente formalismo contribuiva al passaggio dall’infanzia
all’età adulta. Ora l’abbigliamento da ragazzini si prolunga
all’infinito. E viene rifiutato l’abito normale
perché è “da grandi”, anzi “da vecchi”. Fin qui niente di
male, il guaio è che in questo caso l’abito è solo l’aspetto
più superficiale di un rifiuto a crescere che spesso
continua a manifestarsi anche nell’adulto con la cosiddetta
sindrome di Peter Pan. E,
purtroppo, il cinquantenne che si veste da ragazzino non
ringiovanisce, anzi!
Insomma, il proverbio in teoria dice il vero, ma in pratica:
tutti siamo pronti a proclamare solennemente che non ci si
deve basare sulle apparenze, che un bel vestito può celare
un mascalzone, mentre un galantuomo può nascondersi in un
sacco di iuta; in realtà poi ognuno di noi giudica – forse
inconsapevolmente – anche
in base all’abito.
Lo so che non è giusto, e non è
neppure razionale, ma chi ha
mai detto che l’essere umano è sempre giusto e razionale?
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