TeoricaMente 4
Questa pagina tratta di argomenti di
base della psicologia,
i suoi meccanismi, le sue leggi. Quei
meccanismi e quelle leggi
che tutti utilizziamo, ma… senza saperlo.
La Memoria
Una notizia
che qualche decennio fa mi aveva proprio inquietato era il fatto
che a partire quasi dalla nascita, un essere umano comincia a
perdere migliaia, milioni, anzi no, miliardi di neuroni al
giorno. I
neuroni, come noto, sono delle
cellule a forma di stella con tanto di raggi, che compongono –
insieme ad altre - il nostro cervello, come gli osteociti
sono le cellule dell’osso, o gli epatociti quelle del
fegato. L’idea che tutte queste cellule morissero senza che io
potessi far nulla, senza che neppure avessi avuto il tempo di
usarle, mi sembrava un insopportabile spreco! Questa moria
spiegava una serie di fatti che potevano essere osservati molto
frequentemente: la graduale diminuzione di memoria, la crescente
difficoltà di concentrazione, la resistenza ad imparare nuove
nozioni, la riluttanza a modificare le conoscenze acquisite, con
il passare degli anni.
Le
statistiche però dicevano che alcune categorie di persone
sembravano sfuggire a questo fisiologico meccanismo di
invecchiamento cerebrale, come insegnanti, medici,
attori, avvocati.
Si trattava
forse di cervelli particolari, magari con un maggior numero di
neuroni alla nascita, oppure con un numero di decessi
cerebrali giornalieri inferiore alla media? Niente di tutto
questo. Se ci fate caso, si tratta di professioni che, se svolte
bene, richiedono uno studio
continuo, sostenuto dalla necessità dell’aggiornamento e spesso
– perché no? – da quella potente
motivazione
che è la passione per il proprio lavoro.
E proprio
perché la conoscenza non si ferma mai, le acquisizioni più
recenti sul nostro cervello ci forniscono una notizia che, non
contraddicendo, ma completando quanto scoperto finora, è
decisamente più confortante, direi anzi entusiasmante. E’ vero
che perdiamo continuamente dei neuroni, ma è anche vero che le
facoltà più nobili della nostra mente, quelle che ci permettono
di capire, ragionare, ricordare, non sono proporzionali in
qualità e quantità al numero delle cellule,
ma al numero delle
connessioni tra le cellule. In
pratica, il neonato ha il suo patrimonio di neuroni quasi
intatto, eppure le sue facoltà sono estremamente limitate. I
neuroni singolarmente sono quasi del tutto incompetenti. Per
attivarsi devono essere collegati tra loro, e questo avviene
tramite dei prolungamenti (i raggi della stella) che partono da
ciascuna cellula e raggiungono le altre, in una rete sempre più
intricata e complessa che è il supporto - in linguaggio
informatico diremmo il software -
dell’intelligenza. Con i moderni mezzi tecnologici, sempre più
sofisticati, è ora possibile vedere la crescita di questi
prolungamenti, durante l’attività cerebrale.
E qui sta il
punto: è infatti l’attività cerebrale
che fa aumentare le connessioni, e quindi tutte quelle facoltà
che si credevano destinate a declinare inesorabilmente con
l’avanzare dell’età. In realtà, la maggior parte delle persone
finisce gli studi regolari tra i 14 e i 30 anni, dopodiché
comincia a riposare sugli allori: utilizza sempre le stesse
conoscenze, si crea delle abitudini (anche mentali) e
difficilmente si applica regolarmente in uno
sforzo di apprendimento. Per stanchezza, per pigrizia, o
per il convincimento, avallato finora dalla scienza, che
ogni sforzo “ormai” sia inutile, ci si rifiuta di imparare
un’altra lingua, o ci si blocca davanti ad un computer, a volte
non si vuole neppure imparare a far funzionare una segreteria
telefonica. E comincia davvero l’invecchiamento
cerebrale.
Non è
infatti sufficiente “usare il cervello” nelle cose che si fanno
routinariamente: per creare sempre nuove connessioni, e quindi
più
capacità di ragionamento, più
memoria, più
intelligenza insomma, è necessario condurre la mente su
sentieri nuovi, mai battuti prima. E più ci si sforza di fare
questo e più diventerà facile, con gli anni, apprendere e
comprendere, intrecciare e scomporre le nostre acquisizioni come
un puzzle, come un ricamo. Anni fa, in un piccolo villaggio
francese, dove ancora si tengono vive certe tradizioni, ho visto
ricamare al tombolo: più il lavoro procedeva, più fili si
toglievano, e piano piano alla tela grezza si sostituivano
complicati, meravigliosi disegni.
Non è
necessario studiare cose noiose, che non ci interessano: ognuno
conosce i propri
interessi, può essere la
storia, la gastronomia o il bridge, la zoologia o le canzoni di
Battisti, non importa. L’importante è
attivare il nostro cervello il più possibile.
Se non vi sono gravi problemi di salute, avere una mente agile e
brillante fino a tarda età può diventare la più allettante delle
conquiste.
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