FamigliarMente
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La famiglia e le sue
dinamiche. I rapporti reciproci,
le fasi del ciclo vitale, gli
eventi più importanti.
Lo specchio che sorride
Uno
dei compiti più importanti e delicati dei genitori è quello
di aiutare i figli a costruirsi un'autostima. Tutti ne
parlano, nei sacri testi di psicologia, nelle riviste
femminili, nei salotti domestici e televisivi. Ma che cos'è
questa benedetta autostima?
Si
possono dare molte definizioni, più o meno elaborate, ma a
me piace pensare che sia semplicemente la serena
consapevolezza di essere contenti di
come si è. Sembra banale, sembra facile: ma quante
persone sono veramente, onestamente, contente di essere come
sono?
E'
chiaro che non intendo riferirmi a chi si sente
assolutamente perfetto! E' "normale" avere sempre
qualche cosa che si vorrebbe cambiare - che però non sia
tanto importante da condizionare gravemente l'esistenza -
qualcosa che comunque si può tentare di modificare, di
migliorare. Ma è bellissimo essere, in linea di massima,
soddisfatti del proprio modo di ragionare, delle scelte
fatte (anche con sofferenza): insomma non essere troppo
spesso preda di rimorsi, o rimpianti, o anche solo di quella
fastidiosa sensazione che - a posteriori - ci fa pensare che
avremmo potuto fare o dire qualcosa di diverso da quanto
abbiamo fatto o detto. Questa soddisfazione è data
dall'autostima.
Il che è
ben diverso dal rivendicare in modo acritico il proprio modo
di essere, affermando, come molto spesso accade,
"io sono fatto così";
spiegando e giustificando le proprie convinzioni e azioni
con una sorta di ineluttabilità, come se non si potesse
proprio ragionare o agire diversamente. Come se la nostra
volontà non esistesse ma fossimo formattati a pensare
e comportarci secondo fatali rigide leggi stabilite al di
fuori di noi, malgrado noi.
Allora può accadere di pensare che avremmo dovuto
comportarci in un altro modo, più intelligente o vantaggioso
per noi, o più apprezzabile dagli altri, o più efficace per
il raggiungimento dei nostri obiettivi, ma... ma qualcosa
(sì, ma cosa?) ce lo ha impedito!
In
questi casi, non si tratta di autostima, perché in realtà
sappiamo benissimo che avremmo dovuto agire diversamente, e
questa differenza tra quello che siamo e quello che vorremmo
essere ci mette a disagio, soprattutto quando non siamo
disposti ad ammetterlo. Spesso è proprio questa
difesa ad oltranza di un
comportamento, qualunque esso sia, unita ad un senso di
frustrazione o di rabbia, che rappresenta un segnale di
carenza di autostima.
E come
si costruisce questa preziosa autostima?
Una
volta, ho assistito in piscina ad una scenetta divertente:
un bambino di 3-4 anni si tuffava dal bordo, poi risaliva
velocemente, si rituffava, risaliva, si rituffava,
risaliva... e tutte le volte - questa giostra è durata quasi
mezz'ora - prima di tuffarsi urlava: "mamma, guarda!" E
appena tirava la testa fuori dall'acqua, il suo sguardo
andava alla mamma. E tutte le volte, la mamma, con infinita
pazienza e un sorriso incoraggiante, ricambiava lo sguardo
pieno di attesa del suo cucciolo e gli diceva: "bravo, come
sei bravo!" Quegli occhi di giovane donna brillavano di quel
"brillìo" meraviglioso
di cui parla lo psicanalista Kohut ("Piccoli esploratori",
FamigliarMente 2002).
Un
bambino non ha termini di paragone, non sa giudicare se ciò
che fa è bene o male, ha bisogno che qualcuno lo premi e lo
gratifichi ogni volta che fa la cosa "giusta", ogni volta
cha impara una cosa nuova, ogni volta che si impegna. E lo
stesso discorso vale per le sue qualità di piccola
persona: è importante
lodare di tanto in tanto la sua intelligenza, la sua
capacità nel risolvere un problema, una qualche abilità in
un particolare gioco, o materia, o sport. E' importante
valorizzare ciò che di bello c'è nel suo aspetto fisico.
Senza esagerare, senza mentire: non è necessario.
Piano
piano, con gli anni e le esperienze, acquisirà quella
capacità di giudizio che
contraddistingue un individuo adulto (o almeno dovrebbe),
fino a non aver più bisogno dell'approvazione e della
gratificazione altrui per sentire di essere capace di
decidere ed agire per il meglio. Per arrivare ad essere una
persona che, in un qualsiasi momento della vita, anche
quando non proprio tutto fila liscio come l'olio,
guardandosi allo specchio, può sorridersi ed essere
contenta di sé.
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