DolorosaMente
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La sofferenza psicologica è insita nell’uomo e va dalle gravi malattie
mentali a quelle situazioni di disagio che tutti, più o meno,
abbiamo sperimentato o di cui abbiamo
comunque sentito parlare
come stress, ansia, panico, fobie.
Normalità, Salute, Patologia
Esistono termini, anche frequentemente usati nel linguaggio
comune, ai quali non è possibile attribuire univocità ed
universalità di significato; uno di essi è normalità.
Il termine
normalità,
e così l’aggettivo
normale,
di per sé non significa nulla se non si chiarisce in che senso
lo si sta usando. Infatti, spesso, una definizione fa
riferimento, soprattutto se si tratta di concetti astratti, ad
una particolare disciplina, ad un modello, ad una teoria. Ed è
quindi corretto ricordare sempre che non esiste un unico modo
per definire qualcosa, ma che possono esistere altri punti di
vista, altre interpretazioni.
A seconda
dei criteri adottati, si può dire che è
normale
tutto ciò
che si avvicina ad una
norma ideale,
oppure che è
normale
ciò che è
statisticamente più frequente.
O ancora parlare di normalità come sinonimo di
funzionalità ed adeguatezza
di
qualcosa o qualcuno rispetto ad una situazione o a uno scopo. E’
importante ricordare che nessun criterio è privo di difetti e
trappole.
Ad
esempio, nel linguaggio medico, la normalità viene spesso
identificata con la
salute.
Ma a quali norme si sta facendo riferimento quando si parla di
salute? Il discorso diventa ancor più insidioso quando si parla
di
salute mentale.
Chi è sano di mente, e chi non lo è?
E’ bene
chiarire che non si sta affermando che il relativismo è
l’unico atteggiamento possibile: pur nella consapevolezza dell’arbitrarietà
e
dell’imperfezione
delle norme, non è possibile negarne l’esigenza e l’utilità.
Allo stesso modo, anche le
classificazioni
sono
arbitrarie e imperfette, ma se non ci fossero, non sarebbe
possibile comunicare concetti ed esperienze utili e
riutilizzabili.
Anche le
malattie
sono
concetti astratti inventati dall’uomo che servono per
classificare dei
fenomeni
in base a
somiglianze e diversità; questo significa che non sono i
fenomeni a doversi adattare alle norme e alle classificazioni,
ma il contrario. Norme e classificazioni pertanto sono dei
validi punti di riferimento, ma possono – e devono – essere
flessibili e passibili di aggiustamenti e perfezionamenti.
Questa
premessa era necessaria prima di riportare una definizione dell’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità): la salute è uno
“stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”.
E’
evidente che questa è una definizione di salute
perfetta,
che riporta a delle norme
ideali.
In realtà, se una persona non ha disturbi fisici invalidanti, se
è abbastanza in pace con sé stessa , e serena nella maggior
parte delle relazioni con gli altri, se riesce a cavarsela con
sufficiente capacità nella società di cui fa parte, si può
ragionevolmente affermare che si tratta di una persona in
salute, ovvero
normale.
Infine,
poiché non bisogna aver paura delle parole, parliamo di
patologia.
Se pensiamo al significato della parola greca
“pathos”,
è facile intuire perché il termine
patologia,
e corrispettivo aggettivo
patologico,
vengono ormai usati non solo per definire uno stato di malattia,
ma anche in tutti quei casi in cui sia presente una
sofferenza,
fisica e/o psicologica, un
disagio,
un
malessere,
riferiti anche ad un solo particolare aspetto della nostra
personalità che, in vario grado, può limitare la nostra vita
lavorativa o affettiva (timidezza patologica, relazione
patologica, rapporto patologico con il cibo).
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