TeoricaMente 10
Questa pagina tratta di argomenti di
base della psicologia,
i suoi meccanismi, le sue leggi. Quei
meccanismi e quelle leggi
che tutti utilizziamo, ma… senza saperlo.
Pensare è faticoso
State tranquilli, non sto
per imbarcarmi in una dotta disquisizione
filosofico-scientifica sui processi del pensiero. C’è già
chi lo fa molto meglio di come lo farei io.
Vorrei solo invitarvi ad
una semplice riflessione su ciò che ognuno di noi può
osservare intorno a sé.
Aprendo un qualunque
giornale, possiamo quotidianamente imbatterci in notizie
relative ad argomenti di tutti i generi. Ma su quanti di
questi argomenti saremmo in grado di dire qualcosa di
sensato?
Notizie economiche,
promulgazione di leggi e decreti, processi penali,
climatologia e meteorologia, nucleare-sì/nucleare-no, ogm,
clonazione, eccetera, eccetera, eccetera...
Quanti di noi sanno di
economia, fisica nucleare, biologia molecolare,
giurisprudenza?
Siamo onesti: ma
veramente siamo in grado di comprendere tutti questi
argomenti nella loro smisurata complessità?
E quanti di coloro che ce
ne riferiscono, siano essi giornalisti, politici,
opinionisti, divulgatori di vario tipo, sanno di cosa stanno
parlando?
Vi propongo un
esperimento: scegliete un tema qualunque e provate, magari
con vostro figlio, o un amico, a scoprirne da soli il più
possibile. Documentatevi su giornali di varie tendenze e di
differenti paesi, cercate opinioni e punti di vista di
diversi esperti nella
materia. Cercate nei dizionari, nelle enciclopedie, su
Internet. Operate una drastica distinzione tra dati e interpretazioni.
Ripromettetevi di non farvi un’opinione se non alla fine
della vostra ricerca; cercate anche di non farvi
condizionare da simpatie o antipatie verso questo o quel
giornale, verso questo o quel personaggio. Spesso sapere chi ha
detto o scritto una cosa condiziona l’idea che ce ne
facciamo al punto di perdere completamente il nostro senso
critico. Al punto di non voler neppure più porsi il problema
di capire se quella tale affermazione poggia su prove e
verifiche credibili.
Ebbene, dopo una
laboriosa ricerca che avrà occupato moltissimo del vostro
tempo, vi renderete conto di una realtà inquietante: vi
sembrerà vero tutto,
e il contrario di tutto. Vi sembrerà di non riuscire più ad
avere un’opinione, a decidere cosa vi convince di più. Ci
saranno poi degli argomenti in cui vi perderete come in un
bosco buio, trovandovi immersi in una terminologia
sconosciuta e ostica, in richiami a nozioni e informazioni
che vi mancano, e che non è possibile acquisire in pochi
giorni, e neppure in pochi mesi.
E scoprirete, ahimè,
anche un’altra triste realtà: la tendenza, più o meno
consapevole, a strumentalizzare tutto.
Ma proprio TUTTO.
Ogni problema, ogni scoperta, ogni informazione, ogni
teoria, ogni idea/ideale/ideologia, tutto ciò che può essere
frutto dell’umano pensiero, così come di un casuale
accadimento deciso dal Fato, può essere utilizzato,
a fini nobili e meno nobili.
Beh, forse non sempre:
vorrei crederci, voglio crederci. Ma proviamo lo stesso a
chiederci: cui
prodest? Come
mai, con un po’ di allenamento, si scopre sempre (pardon, quasi sempre)
una specie di “coerenza
interna” per
cui un dato giornale di una certa tendenza dimentica o
manipola certe informazioni scomode, mentre enfatizza in
prima pagina – manipolandole in senso inverso - solo notizie
a vantaggio della propria linea (leggi
proprietario); e il tale conduttore televisivo, o uomo di
spettacolo, e persino molti addetti ai lavori e i cosiddetti
Intellettuali (sic) pendono paurosamente da una parte sola,
come tante torri di Pisa? E tanto più questo accade, quanto
più non viene onestamente esplicitata la parte verso cui si pende...
E allora? Non possiamo
più prestar fede a nessuno?
Come sempre, non esiste
una soluzione
perfetta che
risolve tutto. Esistono tanti piccoli espedienti. Per
esempio, non prendere nulla per oro colato, ascoltare più
voci, controllare ogni tanto le fonti, cercare di approfondire pur
nei limiti delle nostre conoscenze, tenere sempre presente
quanto complessi siano certi argomenti. Personalmente mi
colpisce quanto spesso chi parla di Marx non ha mai letto Il
Capitale, chi cita storici e filosofi non sa neppure chi
sono, chi straparla di PIL e Mibtel non ricorda neppure le
tabelline, chi critica una legge o una sentenza non ne ha
mai letto il testo (né
se lo leggesse lo capirebbe appieno), chi ha scelto una “fede” -
la religione, la politica, l’ecologia, la scienza – non ne
mette mai in dubbio teoremi e paradigmi, e tuttavia è sempre
pronto a criticare chi lo fa e a condannare i non-adepti.
Questo non significa che
non dobbiamo mai credere in nulla, ma dovremmo comunque
essere più prudenti nello sposare acriticamente
una causa, per quanto“buona” possa
apparire. E come per la persona che si è sposata,
bisognerebbe avere il coraggio di rinnovare le proprie
scelte giorno per giorno, rimettendole in discussione e
riesaminandole alla luce dei continui cambiamenti che si
avvicendano fisiologicamente nella vita di un individuo,
così come di una società,
e dell’intero sistema-mondo.
Non esiste la scelta
giusta, esiste la scelta - una delle tante possibili - che noi riteniamo
giusta, mai definitiva, mai assoluta.
Certo, è di gran lunga
più facile - e tranquillizzante - ripetere e ripetersi
concettiorecchiati qua
e là, slogan prefabbricati e formulette sempre-in-piedi
(quelle frasi buone per tutte le stagioni), ancor meglio se
retoriche e demagogiche, persuasi che siano davvero le nostre convinzioni.
Pensando immancabilmente che chi non è d’accordo è stupido,
o cattivo, o poverino...
sprovveduto e male informato.
Eh sì, è proprio vero,
pensare è faticoso, faticosissimo.
E poi c’è sempre chi è
altruisticamente disposto a farlo per noi, no?
(Gennaio 2005)
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