SaggiaMente
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Una citazione - un
verso, un proverbio, una frase celebre -
a conferma del fatto
che da sempre la poesia, la letteratura, la
filosofia, la
saggezza popolare hanno fornito
le basi della
moderna psicologia.
"Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i
problemi,
ma mai nessuna di esse sarà in grado di porne uno."
(Albert Einstein)
Gentile
amica,
permettimi di chiamarti così, anche se non ci conosciamo.
Tempo
fa, nella sala d’aspetto di un ambulatorio, ho raccolto lo
sfogo di un signore in attesa della moglie, impegnata in un
esame medico. La moglie era stata invitata ad ulteriori
approfondimenti dopo una visita senologica, ben 4 anni
prima. Quattro anni! Per quattro anni, la signora non era
riuscita a vincere quello che per tutti deve essere
considerato il peggior nemico: la Paura. Non ha mai fatto i
controlli richiesti, ha evitato di parlarne, e forse anche
di pensarci, e la malattia sospettata quattro anni fa,
quando era perfettamente trattabile, ora la sta uccidendo.
La
neoplasia della mammella è
la principale causa di morte nelle donne. Ma,
paradossalmente, è anche una malattia che registra sempre
più spesso guarigioni definitive. Lo so, penserai che questa
è la solita raccomandazione sull’importanza della
diagnosi precoce. Sì, lo è, ma
alla solita raccomandazione non
avere paura di controllarti, vorrei aggiungere un
secondo urgente messaggio:
non fidarti delle macchine.
O
meglio, non fidarti solo delle macchine. Dopo aver
fatto una semplice mammografia, non pensare: ho fatto
tutto quello che dovevo fare, ora sto tranquilla.
In
questo campo esistono, tra le donne, varie scuole di
pensiero: molte pensano che un’ecografia sia più che
sufficiente; altrettante pensano che l’esame perfetto sia la
mammografia; moltissime pensano che l’esame clinico sia
inutile perché tanto il medico si limita a leggere i referti
come si legge un test di gravidanza fai-da-te: incinta SI',
incinta NO.
Sia che
tu decida autonomamente per degli esami in strutture
private, sia che tu scelga di servirti del servizio
pubblico, ricordati che le macchine
non pensano. Ma tu devi farlo.
Lo so
che una macchina ci toglie dall'imbarazzo di scegliere una
persona di cui fidarsi e a cui affidarsi; ci induce a
credere di non aver bisogno di nessuno; ci dà l'illusione di
una neutrale asettica infallibilità.
Gli
screening mammografici “di
massa”, ad esempio, sono indubbiamente utili e facilmente
accessibili, ma non sempre sono effettuati nel modo giusto,
e cominciano a levarsi su di essi molte autorevoli voci
critiche.
In
alcuni casi, vengono eseguiti senza visita preventiva, né
successiva. In altri termini, un tecnico esegue la
mammografia, un radiologo – altrove - la interpreta e firma
il referto, senza mai vedere la paziente; la quale a sua
volta può ricevere due righe rassicuranti, senza sapere mai
chi le ha scritte e senza la possibilità di far esaminare le
radiografie a qualcun altro. Eppure quattro occhi vedrebbero
meglio di due… Ci sono casi in cui una banale mastopatia
fibrocistica può confondere le idee, oppure un piccolo
tumore iniziale è in una posizione anomala e non viene
rilevato da una mammografia eseguita in modo standard, o
ancora l’immagine che ne deriva è poco chiara, e va
completata con un’ecografia.
Potresti dire: ma gli screening hanno portato ad un aumento
delle diagnosi precoci. Ed è vero, ma tutto può essere
migliorato, no? Il rischio, in operazioni di questo tipo,
condotte in automatico e
senza un’adeguata informazione,
sta nelle false sicurezze
che possono determinare. Se so di aver fatto una
mammografia con esito negativo, a che mi serve una visita?
Un
medico esperto è capace di rilevare un nodulino sospetto più
piccolo di mezzo centimetro e distinguerlo, al tatto, da
noduli innocenti.
Bisognerebbe tornare ad affidarsi ad un medico di fiducia,
possibilmente ad uno di quelli della vecchia scuola, che
conoscono ancora la
semeiotica (=
studio dei segni e dei
sintomi delle malattie) e come principale
strumento diagnostico usano le proprie mani e i propri
sensi. Dovrebbe essere lui - o lei - a decidere
dell’utilità di una mammografia e/o di un’ecografia, così
come di altre indagini strumentali o ematochimiche. Indagini
che, non dimenticarlo, vanno eseguite bene, e “interpretate”
bene perché siano veramente valide.
E per
quanto riguarda i centri pubblici? Esistono centri di
prevenzione seri: bisogna cercarli e non accontentarsi di
quello sotto casa, solo perché è comodo.
Insomma, è essenziale imparare, almeno in questo, a
non delegare completamente
le decisioni che riguardano la nostra salute, la nostra
stessa vita; né alle macchine, né ad anonimi protocolli
ospedalieri; darsi da fare, informarsi, pretendere di più se
è necessario.
Come
dovrebbe essere un buon centro per la prevenzione dei tumori
della mammella?
-
Le
indagini strumentali dovrebbero essere sempre completate
dall'esame clinico di un oncologo, un senologo, o un
chirurgo, con una preparazione specifica. L’ideale
sarebbe una visita prima delle indagini strumentali, ed
una successiva per la “restituzione”, in termini di
diagnosi, informazione e suggerimenti.
-
Possibilmente il medico dovrebbe essere sempre lo stesso
per la stessa paziente, in modo che la conoscenza, nel
corso degli anni, diventi un ulteriore aiuto nel
riconoscimento di eventuali “novità”.
-
La paziente dovrebbe poter avere in
prestito il materiale per poter consultare un altro
specialista, o anche solo per dare al proprio medico di
base l’opportunità di partecipare e collaborare all’iter
preventivo.
-
Il
referto e la diagnosi dovrebbero collocarsi in una
normale routine in cui il medico non è lasciato solo e
ha la possibilità, nei casi dubbi, di confrontarsi con
le opinioni di altri colleghi, interni ed esterni alla
struttura, per una maggiore tranquillità anche del
medico stesso.
-
Infine, ma non meno
importante, l’informazione alle pazienti, che dovrebbe
essere chiara, semplice, e onesta: su
vantaggi
e svantaggi,
e soprattutto sui
limiti, di
ciascuna metodica, sul danno potenziale dei raggi X,
sulle difficoltà interpretative insite nella diagnostica
per immagini, sull’importanza dello stato di efficienza
dei macchinari utilizzati.
Troppo
complesso? Complesso sì, troppo non direi, data la
complessità della scienza medica e del suo oggetto:
l’organismo umano.
Troppo
costoso? Non credo, se è vero – come mi risulta da fonti
attendibili – che gli screening di massa vengono
sovvenzionati generosamente. Ma allora perché non si fa
tutto quello che si dovrebbe fare?
Cara
sconosciuta amica, la salute è il nostro bene più prezioso.
Una inadeguata applicazione delle linee guida consigliate
dagli esperti, o un cattivo uso del denaro pubblico, non
devono indurci alla sfiducia o al fatalismo.
Combatti la paura, evita la
pigrizia e la superficialità. Prenditi cura di te
stessa in prima persona, usando la tua testa e il buon
senso. E cerca le persone giuste
che ti aiutino in questo delicato compito, almeno con lo
stesso impegno con cui cercheresti un avvocato o un
idraulico.
Non si
può sempre contare sulla fortuna.
(Settembre
2006)
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